La salumeria toscana ha radici lontanissime.
Già nella latinità gli studiosi lodavano le proprietà della carne di maiale quale ingrediente principale dei salumi (*): Catone (II sec. a.C.) nel “De Agricoltura” illustrava il metodo per la conservazione delle cosce di suino mediante salatura e stagionatura della carne.

Plinio il Vecchio (I sec.) nella sua Storia Naturale asseriva “da nessun animale si trae maggiore materia per il gusto del palato… le carni del maiale offrono quasi cinquanta differenti sapori, mentre ogni altro animale ha un sapore unico”.

Nel Medioevo il pascolo dei maiali aveva tale valore, che i boschi erano misurati in base alla loro capacità di nutrire i suini.

All’inizio dell’800, iniziarono a diffondersi i primi laboratori alimentari e le prime salumerie, e la fama dei salumi italiani valicò le nostre frontiere grazie anche alla propaganda che ne fecero due ambasciatori d’eccezione: Rossini e Paganini.

*citazioni tratte da “taccuini storici”